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La tavola degli antichi Romani

da Fabiola Marchet
Pubblicato: Aggiornato il

Quando si è iniziato ad apparecchiare la tavola, e in che modo? Quali sono state le prime posate e quando si è fatto uso delle prime tovaglie? In questo articolo ti racconto alcune curiosità ai tempi dei Romani.

Oggi si parla di ricette e apparecchiatura della tavola ovunque: riviste, blog, TV. Siamo diventati degli esperti di cucina, galateo e mise en place per stupire gli ospiti con stile. Ciò che pochi conoscono, però, sono la storia e le tradizioni della tavola. Quando si è iniziato ad apparecchiare la tavola, e in che modo? Quali sono state le prime posate e quando si è fatto uso delle prime tovaglie?

La mise en place nell’antica Roma

Il viaggio della tavola imbandita comincia nell’antica Roma, durante la tarda età repubblicana, naturalmente nelle dimore dei ricchi. Il luogo in cui gli antichi Romani consumavano i pasti era austero, di dimensioni ridotte, e decorato con tappezzerie, affreschi, statue e quadri. Per mangiare, i romani si sdraiavano sul triclinio che consisteva di tre letti ricoperti di stoffe intessuti d’oro, con al centro una tavola fastosamente arredata.

Nell’antica Roma il vasellame era firmato da artisti rinomati. Finemente lavorato, era realizzato in argento, oro, cristallo e murrina e spesso tempestato di pietre preziose. Questo prezioso vasellame non veniva usato solo nelle occasioni speciali, ma ogni giorno!

Le uniche posate esistenti erano dei coltelli dal manico prezioso, di osso o avorio, che non venivano nemmeno messi in tavola, e due tipi di cucchiaio: la ligula di bronzo o argento con concavità ovale e manico dritto e curvo terminante con un ornamento, e il cochlear che presentava due estremità, una per estrarre le lumache dal guscio, l’altra concava come un portauovo. In generale, comunque, gli antichi Romani mangiavano con le mani, cosa che rendeva necessario lavarsele spesso durante il pasto, anche quando indossavano dei ditali d’argento.

I piatti avevano diverse forme, a seconda del cibo che dovevano contenere. C’erano la patera o patella d’argilla, una sorta di coppa per bere sorretta da un piede. Dei piatti incavati in legno per passati, minestre e bolliti, simili alla nostra attuale scodella, la boletaria, cioè un vassoio, per cavolo e funghi, e il clibanus, una specie di forno a doppia parete per il pane, che veniva in questo modo servito caldo. Anche la focaccia fungeva da piatto: vi si disponevano funghi, uova, formaggio, olive.

Esistevano diverse coppe per il vino, tra cui il poculum, il bicchiere più comune, senza piede, fatto di legno, metallo o vetro. La phiala, una coppa d’oro o d’argento senza anse, e il calix che assomigliava alla coppa di champagne.

Gli antichi Romani non usavano la tovaglia ma pesanti tappeti che servivano sia per attutire i rumori che per assorbire i liquidi. Per pulirsi la bocca non utilizzavano tovaglioli ma la mollica del pane.

 

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