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Autunno: come allestire una colazione botanica

da Fabiola Marchet

L’autunno è ormai al suo culmine, le giornate sono brevi, l’aria è pungente. Le mille, meravigliose sfumature che colorano i paesaggi lasciano davvero senza parole. Si tratta sicuramente del periodo dell’anno ideale per passeggiare nel silenzio della natura, e magari organizzare una merenda dolce e golosa per due, anche se non c’è una ricorrenza da festeggiare.

Ecco lo scenario organizzato in un boschetto ai confini di Milano, utilizzando ceramiche artigianali che sembrano uscite dalla natura.

L’autunno è l’unica stagione che ci dà l’impressione di essere finiti intrappolati in una tavolozza di colori. Giallo, arancione, rosso, bordeaux, marrone sono solo alcune delle gradazioni cromatiche che colorano i paesaggi e lasciano sbalorditi per l’immensa bellezza. Una bellezza che si può ricreare non solo a tavola, ma anche durante un picnic o una merenda all’aperto, catturando mille sfumature e profumazioni diverse di questo mese prenatalizio, che ci regala ancora sole e temperature gradevoli.

Come in una favola, ecco una dolce colazione per due. Il partner, l’amica del cuore, tua figlia. Un momento di piacevole relax in un boschetto alle porte di Milano, a pochi metri da un bacino d’acqua popolato da anatre, uccelli acquatici e nutrie, che si avvicinano quatti quatti agli umani, elemosinando un biscotto, un cracker, una carota.

È stata Daniela Argille e Colori la fonte di ispirazione per questa colazione autunnale con un tocco natalizio. Daniela De Gregori è una ceramic designer campana, le cui creazioni, soprattutto per la tavola, esaltano la semplicità e il fascino della natura.

Se anche tu ami passeggiare nella natura raccogliendo nuove idee, se camminare tra prati e boschi rilassa la tua mente, questo allestimento fa per te.

Dopo aver trovato un posto tranquillo e silenzioso, stendi un telo impermeabile per evitare la risalita di umidità dal terreno. Sopra appoggiaci una tela di iuta, quella che si usa per sacchi, rivestimenti in genere e bricolage. Rustica e grezza, la iuta aggiunge un tocco di charme naturale e country a qualsiasi progetto, e anche un senso di connessione con la storia e la tradizione artigianale.

Il tartan della tovaglietta in vinile firmata Arzilla Riccione, invece, conferisce un’aria natalizia, non trovi?

E che allestimento sarebbe senza tovaglioli e un sacchetto portapane, utilizzabile anche per dolci, biscotti o croissant? In puro lino color sabbia (Dress Code Home Decor) non solo si collocano molto bene in un paesaggio come questo, ma si abbinano perfettamente con le ceramiche. Rami di abete, foglie secche e zucche in velluto faranno il resto!

Ma sono le tazze e le ciotole di Daniela Argille e Colori le protagoniste di questa colazione tardo novembrina. Ogni pezzo, realizzato e dipinto interamente a mano, è di una perfetta irregolarità che lo rende unico nel suo genere. “Non verrà mai uguale né per forma né per disegno. Potrò provarci ma sarò incapace perché lavoro sempre d’istinto.”

I fiori di campo dipinti sulle ceramiche sembrano così veri che vorresti coglierli. Il manico della tazza è grande e grosso per una buona presa che ti scalda le mani. Praticamente, questo set rende la colazione un momento indimenticabile!

Le ceramiche di Daniela sono un vero e proprio elogio della lentezza. Tutti abbiamo bisogno di rallentare e prendere un po’ di respiro! E allora inizia anche tu da una colazione non sono sana e buona, ma anche bella. Prova a farla in mezzo alla natura, con sottofondo di cinguettii rilassanti, un libro. Prendi un po’ di tempo per osservare la tavola, gli oggetti, il cibo. È un regalo che farai al corpo e alla mente di cui non riuscirai più a farne a meno.

“Nel momento in cui sorseggio qualcosa di caldo, fosse anche acqua calda, ma in una bella tazza, quel momento per me è una coccola.”

Il percorso artistico di Daniela De Gregori inizia già da bambina, essendo figlia di un artista campano che si occupa di restauro, affreschi, tele. Negli anni frequenta corsi di vario tipo e poi l’Accademia di Belle Arti, specializzandosi in scenografia.

Il padre vuole per lei un futuro da restauratrice, ma lei preferisce camminare da sola nel campo della ceramica. È il 1995. Lui l’asseconda e le regala il primo forno, lei compra un bel libro per lavorare la ceramica e l’argilla. Il primo lavoro è un mascherone realizzato proprio col padre, sempre accanto a lei nei percorsi creativi.

La lavorazione della ceramica non è così semplice come sembra, ma Daniela ama infornare, studiare e sperimentare. Nasce il primo laboratorio, Le maioliche, che poi è anche un negozio. Nel 2002 arriva la prima figlia, nel 2007 nasce Valerio. Fare la mamma è impegnativo, e l’attività viene chiusa.

Daniela si dedica alla famiglia, disegna, lavora a maglia e all’uncinetto, ma la stima verso sé stessa inizia a scemare, il lavoro le manca.

Poi cos’è successo?

“Due anni fa mio padre si ammala di cancro. È un momento terribile. Inizio a ripensare a tutto ciò che mi aveva insegnato. Che diritto avevo di buttare via tutto il sapere che mi aveva trasmesso nel corso della sua vita? Aveva solo perso tempo? Mi sentivo un’ingrata. Da una parte lui, l’artista che aveva realizzato tante cose, dall’altra io che non avevo combinato un bel niente.

Nel giro di pochissimo tempo, riapro il laboratorio (un bugigattolo), butto via tutto, riorganizzo, riprendo in mano il vecchio forno del ’95, quello che mi aveva regalato mio padre, e ricomincio daccapo. Ed è così che da una cosa brutta, che è la morte, nasce una cosa bella, il mio attuale lavoro.”

La tua musa ispiratrice è la natura. Da dove nasce questa passione?

“Come si evince dalle mie ceramiche, amo dipingere la natura, con la quale mi sento in profonda connessione. È una passione che mi ha trasmesso mio padre quella per il lago, la montagna, il mare, le piante, i fiori… Ricordo che, quand’ero piccola, mi invitava a osservare i colori e i profumi che l’autunno ci regala, e citava la Bibbia. ‘Gli unici peccati che non si possono espiare sono quelli contro Dio, e Dio è Natura.’

L’uomo è mortale, diversamente dalla natura, che può mutare, rigenerarsi, rinascere, ma non morire. Ecco perché decoro la ceramica con erbe e fiori, quelli di campo, quelli di cui a volte nemmeno ci accorgiamo, che consideriamo erbaccia infestante, che dovremmo osservare meglio. Allo shopping e ai tacchi a spillo preferisco un bosco e le scarpe comode per poter camminare e fotografare fiori e piante che poi disegno e dipingo.

La saggezza e la maturità portano a fare delle scelte precise, e nel corso degli anni il legame con la natura è diventato sempre più forte e intenso.”

A tal punto da approfondire le tue conoscenze sui libri di botanica… Ma, tornando alla ceramica, quali sono gli oggetti che preferisci realizzare?

Amo creare cose utili come le stoviglie: piatti, tazze, tazzine, ciotole, zuppiere. Credo che i pasti siano tra i momenti più importanti della giornata. Tutti i componenti della famiglia si riuniscono attorno al tavolo per trascorrere del tempo assieme, ed è per questo che il cibo deve stare in un piatto bello!

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